RAFTING Trentino-mare Adriatico
(via fiume Adige)
del 24-31/07/2011

Questa relaziom l'è stà scritta dall'Alberto en tel viaggio de ritorno... el Kepo, pur ringraziandolo infinitamente, el se scusa en anticipo coi lettori per el massa talian doprà! ;-)


Domenica 24:
primo appello ore 10 al bicigrill di nomi. Alberto, Ilaria, Kepo e Manuel...tempo pessimo, diluvia. Poco dopo decidiamo di posticipare la partenza. Secondo appello ore 13.45, tempo stabile, sole. In mezz'ora si monta il gommone alla presenza dei genitori di Alberto e Ilaria. Indossati i giubbotti di salvataggio siamo pronti a salpare dopo aver installato il timone a poppa. Ore 14.45 si salpa alla volta della diga di Mori, prima barriera. La navigazione non presenta grossi problemi e la corrente favorisce il tutto. Il carico è ben sistemato. Al ponte di Villa abbiamo già il primo incontro con i supporter che salutano dall'alto. In loc. s.Giorgio proviamo un attracco con manovra a 180º, riuscita! Al ponte di Sacco famiglia Gasperini, Raffaelli e Menegoni seguono la discesa...si continua spediti, ormai in vista della diga. Alla diga con l'aiuto dei supporter issiamo ill gommone sulla riva tra la vegetazione incolta e spine ovunque. Per strada di campagna riesce il bypass della diga, il gommone pesa e lo si trasporta scarico dei materiali di viaggio. Rimesso in acqua, Alberto spinge verso la corrente e sprofonda fino al giubbotto nell'acqua! Riesce comunque a tornare a bordo. Si procede ora tra le turbolenze dell'acqua bassa, passiamo la ex Montecatini, il tempo corre e alla volta di Serravalle attracchiamo per far scendere Manuel che ci deve abbandonare causa famiglia. Qui la discesa si fa tecnica e in tre non è semplice. Ci areniamo un paio di volte per l'acqua bassa sotto i ponti dell'autostrada, siamo costretti a scendere e spingere il gommone dove l'acqua è più profonda, gelida, fino al ginocchio e corrente forte. Tranne questi attimi di tensione si procede spediti verso sud e in serata raggiungiamo la diga di Ala. Qui la corrente è nulla e dobbiamo pagaiare duro x attraccare il più possibile vicini alla diga senza essere trascinati dalla corrente verso il salto! La rampa di salita è ripida e dobbiamo liberarla dalla vegetazione prima di issare il gommone sul tomo. Alberto e Kepo vanno in esplorazione per trovare un posto dove allestire il campo per la notte. Trovano un posto tra le viti proprio sotto la diga, perfetto! Inizia l'operazione di trasporto gommone ecc...cena a panini seduti sulla riva, ormai annotta e un mega meteorite incendiato attraversa la valle...buon segno! Notte tranquilla, c'è chi dorme secco, chi meno...


Bicigrill di Nomi(TN), ore 14: IMBARCO IMMEDIATO!


Passaggio sotto il ponte di Sacco


Co la bandiera sudtirolese già aizzata, traversem for Roveredo (qui ai pannelli fotovoltaici di Isera)


Si riparte dalla chiusa di Mori


Manuel arrivà a Serraval, el raccatta el so taccuim e cellulare, e l salta su per l'argine per tornar a cà


Si recupera il gommone alla chiusa di Ala e...


...ci si accampa per la notte.




Lunedì 25:
sveglia 7.30 arriva il quarto uomo, Gioppi! La squadra è completa e sotto l'occhio di due pescatori il gommone è calato in acqua, salpiamo alla volta dell'Italia. Dopo un'ora di navigazione avaria al timone! Attracchiamo a Borghetto per risolvere il problema e fare provviste. Ilaria chiede ed ottiene degli stracci per spessorare il timone in maniera che non vada a rovinare la poppa del gommone. Ci spostiamo verso il centro e chiediamo info ad un paesano che saputo dell'avventura ci raccomanda di salutare "l'amico di pompieristica di gioventù" di Nomi...mah... Alla cooperativa incetta di panini e birre, tornati al gommone mangiamo qualcosa, sistemiamo il timone e ripartiamo! Passato il confine si avvicinano le rapide di Rivalta. Il campanile batte mezzogiorno e il gommone spicca il volo sotto il ponte e al grido di “TUTTI DENTRO” superiamo l'ostacolo senza problemi...smaltita l'adrenalina alle 13 attracchiamo al lido di Dolcè per una meritata pausa sotto il solleone. Durante il pranzo Gioppi si intrattiene lungamente con la vedova pescatrice che detiene un record personale: 2 trote in 2 mesi! La osserviamo all'opera mentre recupera una latta arrugginita. Ripartiti, Gioppi svela la leggenda raccontata dalla pescatrice che dice di aver osservato le bisce d'acqua che pescano portando le vittime a riva finchè non muoiono soffocate, per poi avventarsi sui pesci esanimi! Il tempo è ottimo, corrente a sufficienza e il nostro prossimo ostacolo sono le rapide nella gola di Ceraino che in realtà si rivelano molto semplici e vengono superate con facilità. Qui il fiume si snoda in ambienti molto suggestivi e tranquilli...tant'è che ci lasciamo trasportare dalla corrente per riposare le braccia. Ci sovrasta il forte Austriaco Wohlgemuth poi Pastrengo, Bussolengo, Pescantina e arrivo in serata a Parona dove decidiamo di fermarci per la notte. Solito attracco con manovra collaudata e issato il gommone sul tomo, montiamo la tenda in un vigneto...la mancanza della doccia inizia a farsi sentire! Cambiati e asciugati ci spostiamo in centro alla ricerca di ago e filo per le vesciche alle mani, non trovatolo decidiamo che è ora di mangiare...all'osteria dal Taio! Specialità umbre e non, un buon rosso, risotto all'amarone ecc. Facciamo il punto della situazione, domani giornata campale, attraverseremo Verona con ben 3 chiuse! Dopo cena tra gli amari l'umbro ci confida i segreti commerciali del Campari, del Braulio e la storia delle Parone, che chiedevano il dazio ai pescatori per il passaggio sul fiume.


Caliamo il gommone sotto la chiusa di Ala e si riparte...


Scorta birra e cibo a Borghetto (prima de passar el confim e portarghe soldi en Italia...)


Sistemato il timone con la base di stoffa del negozio di Borghett


Pausa pranzo sulla spiaggetta già collaudata di Dolcè


Dopo le rapide di Ceraino si passa la chiusa di Domegliara


Arriviamo la sera a Verona Parona


...e piantiamo la tenda in un vigneto.




Martedi 26:
Solita sveglia sul presto, giornata ottima e per le 8.30 siamo in acqua...verso le 9 è già ora di scendere per passare comodamente la chiusa del Chievo. Foto ricordo e in mezz'ora facciamo tutto, ripartiamo e a breve eccoci sotto il Ponte Rosso di Verona! Attracchiamo a riva per il consueto approvvigionamento di viveri. Chiediamo ai passanti che ci indicano un supermarket nei pressi della centralissima piazza Brà. Fatto scorta di panini, birre e quant'altro mangiamo (le mitiche verdure pronte ecc.) ai giardini sopra l'attracco. Ci fa visita la Polizia Municipale visita che addocchiato il gommone chiede spiegazioni e si complimenta per il nostro viaggio! Ripartiamo all'una e ci imbattiamo in una super rapida a sorpresa sotto il ponte dell'università e gli occhi dei turisti in transito che salutano. Superata con disinvoltura (adrenalina e un po' di fortuna) siamo subito fuori città, immersi nel nulla, con isole da superare e uccelli acquatici ovunque... Il caldo si fa sentire, il sole picchia e verso l'una e mezza ci presentiamo alla diga di Penestrina, la più ostica in assoluto! Proviamo un attracco a destra dove chiediamo ai custodi della diga che ci dicono che dobbiamo fare 500mt di strada...col gommone in spalla? IMPOSSIBILE! Facciamo un tentativo a sinistra pagaiando controcorrente per 200mt. Andiamo in esplorazione e scopriamo un sentiero che tra i rovi ci permette di superare l'ostacolo, ma questa via è troppo stretta per il nostro gommone! Eppure è l'unica soluzione che abbiamo...scarichiamo tutto con il solito passamano e tirato in secca il gommone facciamo un primo viaggio di bagagli, poi sarà Ilaria a trasportare il resto mentre noi 3 trasportiamo lo Zodiac a fatica mettendolo su un fianco fino a superare la diga. Ora si tratta di calarlo nel bosco fino al fiume dove tra i blocchi di cemento riusciamo ad ancorarlo...stappiamo le birre per riprenderci dalla faticata disumana! Dopo aver caricato tutto si riparte alla volta di S.Giovanni Lupatoto dove la terza diga non si fa attendere... Attracchiamo sull'argine destro più vicino possibile al muro per ridurre i tempi di trasporto e la fatica! Ennesimo sopralluogo e questa volta siamo più fortunati, una comoda stradina conduce all'argine a valle. Tempo mezz'ora e siamo in acqua dopo una pausa...ed è qui che misteriosamente gli occhiali da sole del Gioppi...spariscono (non saranno mai più trovati nè rimpiazzati!) Proseguiamo alla volta di Zevio, dove arriviamo in serata e ci accampiamo su una ripida riva vicino al ponte. Il posto è un po' inquietante con strane incisioni sugli alberi ma...ci si adatta. Una volta sistemati saliamo la rampa che ci divide dalla strada e raggiunto il centro la pizzeria Porto2 è nostra! Carichiamo i telefoni nel locale, pizza, amaro e torniamo alla tenda. Kepo decide di dormire fuori...dentro è una tortura!


Si riparte con la chiusa di Chievo


Passaggio mitico sotto il ponte vecchio di Verona


Si fa la spesa in piazza Brà!


...e mangiato un boccone torniamo sul gommone.


Dopo un'ora di fatica per il trasbordo sulla terribile chiusa di Penestrina, brindiamo con una birra!


Ultima chiusa e...


...ultimo trasbordo!


Attracco a Zevio!




Mercoledì 27:
Al mattino breve colazione, divisa da navigazione e si parte per la tappa più lunga che in 50km ci porterà a Legnago! Primo pomeriggio pausa a Bonavigo dove l'unico bar del paese è...chiuso! Fortuna la barista ci sente imprecare dall'esterno e ci apre! Radler, gelato, limoncino e siamo come nuovi! Si riparte per le 14.30 sotto le prime gocce del temporale in arrivo...da oggi in poi l'Adige non “correrà” più, la media passa dai 10/12 agli 8/9 orari...inizia a piovere, tuoni, fulmini e acqua sempre più violenta, temiamo per la grandine...copriamo tutto e non c'è tempo per vestirsi, l'imperativo è scappare al temporale. Alberto lascia il timone per la pagaia e iniziano 45 minuti di lotta contro il tempo. Con 4 pagaie a tutto vapore alziamo la velocità a 11km orari e ben presto ci lasciamo alle spalle temporale e 10km di acqua...smessa la pioggia togliamo tutto x asciugarci al sole e con tranquillità arriviamo alla fine del tappone! Se vogliamo guardare il lato positivo...è la prima doccia dopo 4 giorni! Nel frattempo Ilaria si è messa in contatto con una amico di Legnago che ci ospiterà per la notte. Attracchiamo comodamente nel pomeriggio e dopo aver tolto acqua, bagagli e stroncato sul nascere un fomicaio nello zainetto di Mirko (avevano già deposto le uova tra le righine delle suole delle ciabatte!!) dal gommone scopriamo che la piscina comunale non è distante e con i nostri fardelli in spalla ci avviamo nel luogo che per un paio d'ore diventa il nostro beauty center! Aaaaahhh, la doccia calda è tutta un'altra storia...al bar della piscina attendiamo Eros e socio che ci portano a casa per lasciare le cose e in pizzeria per mangiare. Stasera siamo proprio soddisfatti e ci scappa qualche limoncino a Legnago city. Dormire in casa non ha prezzo e le ronfate sono...pesanti!


Si riparte da Zevio...


vecchi moli per strada...


Pausa pranzo a bordo: l'Ilaria guarda i panini, il Kepo la birra!


Che diluvio da paura! Acqua sotto e acqua sora? ehmm... qui l'è propri esagerà!


La sera, demoliti, ci meritiamo una doccia calda nella piscina comunale di Legnago.


Giornata impegnativa: stanchi morti, ma almeno oggi dormiamo comodi!




Giovedi 28:
Al mattino troviamo perfino la colazione, che bissiamo in un bar dopo la spesa. La notte ha piovuto ma al mattino un bel sole ci attende e la nostra intenzione è quella di arrivare a Rovigo. Fiume lentissimo, pranzo in barca trascinati dalla corrente sotto un sole potente. Mentre mangiamo squilla l'iPhone, è un giornalista dell'Adige che saputo del nostro viaggio vuole scrivere un articolo(LEGGI LINK QUI), così dopo l'intervista “on board” ad ogni membro dell'equipaggio con i nostri potenti mezzi tecnologici inviamo foto e quantaltro. Sosta pomeridiana a Cà Morosini alla “trattoria da Saverio” e tra gelati e bibite veniamo messi in guardia sul fatto che i pilastri del vecchio ponte potrebbero affiorare. Un'avventore del bar inforca il suo motorino e va in avanscoperta. Dopo 10 minuti torna con notizie confortanti , basta mantenersi sulla sponda destra del fiume dove l'acqua è più profonda. Ripartiti, in serata e cotti a puntino raggiungiamo Boara Pisani dove, dopo un attracco decisamente scomodo, troviamo una bettola per la notte. Mirko distrugge le gloriose “zavate” durante la salita dell'argine. Cerchiamo l'Albergo Adige dove prendiamo due doppie per la notte...l'albergo è veramente mediocre ma doppo notti in tenda sembra una reggia! Una bella doccia, una sistemata e usciamo per cena all'Osteria dei Ghiottoni dove mangiamo benissimo, ad una cifra molto competitiva! Ottimo tagliere d'antipasto e tagliata di manzo, un paio di giri di limoncino e andiamo a tirar tardi al Young Bar vicino l'hotel dove di young c'è solo il nome...nel parcheggio vicino un tipo flippato con una microcar con radio a manetta balla e canta i migliori successi dei Pet Shop Boys...


I ne entervista quei del giornale "l'Adige"!!!


Se ciapa en po' de sol


Si fa la foto per la prima pagina del giornale!


Oggi cerchiamo l'ombra come l'acqua nel deserto!


Nà pausa birra a Cà Morosini (PD) per riprender forza


E la sera attracchiamo a Boara Pisani


Dopozena, le generose dosi di limoncini, no se le conta pù!




Venerdì 29:
Sveglia alle 8 e rassegna stampa di TCA sull' iPhone...siamo in prima pagina!!! Colazione in albergo con brioches pesantissime...paghiamo e usciamo (nell'atrio ricerca disperata del bancomat di Ilaria). Al mercato Mirko trova un paio di sandali per sostituire i defunti...facciamo la spesa in una bottega del paese dove i gestori sono originari della Val di Rabbi e si congratulano per la nostra impresa! In mattinata piovono telefonate e messaggi riguardo all'articolo uscito sull'Adige! Bellissimo...per le nove siamo in acqua, ma vista la difficoltà di caricare il gommone ci fermiamo pochi metri dopo il ponte per svuotarlo e ricaricare a dovere, mastro Gioppi esperto nell'operazione! Oggi ce la possiamo prendere con comodo...abbiamo solo 25km fino a Cavarzere...pranzo a bordo, come sempre sul presto, attracchiamo su una prima spiaggetta per vedere che c'è al di la dell'argine e...rimanere un po' all'ombra! Seconda sosta nei pressi di Cavarzere e ronfata generale di un'ora sulla spiaggia...ripresa la navigazione troviamo un buco dove attraccare prima del ponte...tiriamo il gommone in secca e ci sistemiamo alla bell'e meglio sull'argine decisamente erboso! Alberto e Gioppi decidono di andare alla ricerca di una fontana per lavarsi almeno un po'. Ricevono indicazioni di un parco che però troveranno chiuso (sono passate da poco le 19) ...fortunatamente trovano un signore intento ad abbeverare l'orto che presta la gomma e attraverso la rete di confine, sul marciapiede la doccia (gelida) è fatta! Tornati alla tenda, ci ci si cambia e nessuno ci toglie un paio di aperitivi in piazza. Qui chiediamo un consiglio x la cena e ci indicano la trattoria tipica “Al Caminetto”. Ambiente piuttosto spartano ma onesto, tipica siora da osteria, si mangia bene e parecchio...ci diamo dentro di pennette al sugo, polenta, capriolo, prosciutto e melone, vino e amari. Il conto?? è un piacere pagarlo, 14.50 € a testa!!! Soddisfatti torniamo in piazza dove si tiene uno sgangheratissimo Karaoke, ci fermiamo ai tavolini, bisogna cantare qualcosa, ma si sa, i karaoke di paese sono blindati, veniamo snobbati con la scusa che non c'è tempo....mah...conosciamo il gestore del bar e qualche amico a cui raccontiamo della nostra discesa. Subito si accende la discussione fluviale, scopriamo che sono tutti mezzi marinai davanti ai bicchieri e le eresie non si contano. Il barista giura che domani con la corrente in 40 minuti saremo al mare...s'è fatto tardi e torniamo alla tenda, pensando alla tappa di domani...gli ultimi 25km!


La mattina el Kepo, prima de ripartir, el fa shopping per raccattarsi un paio di sandali nuovi...


...e si parte sotto un sole che spacca i sassi


Tre minuti di attracco-pausa a cercar l'ombra di una pianta


Dai, dai, forza che manca pocoooo!!!


Na polsada en riva al fiume prima de nar a zercar endò mpiantar la tenda.




Sabato 30:
la giornata promette bene e lasciamo Cavarzere senza troppa fretta, scarichi di qualsiasi genere di prima necessità! Circa 13 km ci separano da Cavanella d'Adige, la nostra ultima sosta prima del mare. La discesa si annuncia subito lunga e dolorosa...il gommone non va dritto, la corrente è nulla...arriviamo dopo innumerevoli pause e cambi al timone a Cavanella verso mezzogiorno inoltrato. Caldo atroce, sbarchiamo sfiniti e per fortuna la vista di un panificio aperto non è un miraggio!! Entriamo e facciamo scorta di viveri che consumiamo seduti all'entrata facendo un disastro totale. Al bar del paese attendiamo (più per scrupolo che per necessità) la punta massima di bassa marea prima di ripartire, passiamo il tempo consumando partite su partite a calcetto!! Tornati in barca la fatica fatta al mattino si fa subito sentire e se prima la corrente era zero ora...ci da contro!! I chilometri sembrano non passare mai, la fatica è veramente moltissima e la tensione a bordo è palpabile...silenzio assoluto, si pensa solo a tirare maledicendo chi giurava che in 40 minuti saremmo arrivati!! Soste e cambi al timone ed è Mirko quello che ci guiderà all'arrivo...passiamo il confine del fiume con il mare, ora l'Adige è larghissimo ed è in pratica un tutt'uno con l'Adriatico. La darsena a destra, l'odore di salmastro ci fanno capire che non siamo lontani...girata l'ultima curva ecco la foce, gli ultimi 2 km!!! Non abbiamo pace, oltre alla corrente opposta ci si mettono le onde laterali dei motoscafi in transito che ci spingono verso le secche e i canneti. Aggiriamo l'ultimo isolotto con le pagaie che scavano il fondo sabbioso e siamo fuori! Ci lasciamo trascinare dalla corrente verso la barriera frangiflutti. Salto dal gommone sulle pietre che sembrano sapone per tenere il gommone che sbatte con le onde...un veloce ma non semplice trasbordo e finalmente il gommone tocca terra!! E' FINITA !!! Parcheggiamo tutto sulla spiaggia e ci fiondiamo al bar per la birra più meritata del viaggio! Albert, Gioppi e la Bidella decidono per un bagno ristoratore, bellissimo, nel mare! Usciti, Mirko e Alberto vanno a vedere il campeggio dietro la spiaggia e sbrigata la parte burocratica decidiamo di pulire e sistemare il gommone. Il gestore gentilissimo ci mette a disposizione il necessario e in poco tempo il gommone è bello che sistemato nelle sacche mentre Ilaria e Gioppi hanno allestito la piazzola per l'ultima notte. E' il momento della doccia prima di uscire a cena...vaghiamo per i campi e le strade di Punta Verde finchè addocchiamo un ristorante. Una scelta che si rivelerà non esattamente quella che si potrebbe definire un'ottima scelta; accoglienza imbarazzante della cameriera che dopo qualche secondo di dialogo ci abbandona disperata, ancora oggi ci si chiede il motivo di questa reazione...non puzzavamo nemmeno! Raggiunti dal capocameriere tentiamo di ordinare la cena, impresa difficile, sembra che gli chef non abbiano voglia di cucinare per noi. Vabbè. Si mangia e si paga al volo, meglio dileguarsi per evitare l'abbattimanto totale dell'umore, già precario causa stanchezza estrema. Invece non è finita. Alla cassa scatto d'ira di Kepo a causa di incomprensioni sul metodo di pagamento. Al grido di “allora fai quel cazzo che vuoi” gli animi di scaldano! Titolare in primis ma anche i nostri anche se preferiremmo evitare una rissa al ristorante... Paghiamo e via. Dopo qualche centinaio di metri si accende una lampadina nei nostri cervelli...abbiamo lasciato I cellulari in carica al ristorante!! Nemmeno il tempo di voltarsi per tornare indietro che Kepo è scattato come una molla... il suo iPhone era in pericolo, non c'era tempo per discutere! Alberto lo rincorre, è una questione di vita o di morte. Non passano 10 minuti che Ilaria e Gioppi vedono avvicinarsi due cadaveri ambulanti, uno in particolare. Aria tesissima, tensione a livelli indescrivibili. Con coraggio si trova la forza di chiedere cosa sia successo e dopo varie divagazioni viene raccontato l'accaduto. Kepo, correndo verso l'iPhone è inciampato in una catena e caduto a terra si è lussato e risistemato la spalla. Questa non ci voleva! Da settimane Ilaria sperava di assistere alla lussazione in diretta ma si è persa il fattaccio! A parte gli scherzi, si intuisce che la serata è veramente conclusa e tutti i nostri progetti di baldoria notturna non avranno seguito. Rientriamo verso il campeggio passeggiando sulla spiaggia e ammirando un temporale in rapido avvicinamento. Riusciamo solamente a farci un veloce limoncino al risorante fuori il campeggio...talmente rapido che a causa della pioggia che inizia a cadere a secchiate gridiamo al capo che i bicchieri li avremmo portati il mattino seguente! La nottata si rivelerà impegnativa. Alberto pervaso da sogni improbabili, tuoni, fulmini e un temporale che si placò solo alle prime luci dell'alba. La tenda fu messa a dura prova e anche noi.


La corrente è negativa! 10 Km en dò ore!! Che faduga, che calt, e che afa!! Ne meritém nà birra!


La fituca si fa sentire


Il traguardo? Makkè!!!


I gabbianiiii!! Quelli sì che indicano il mare!!


Arrivati nel mar Adriaticoooo!! dopo 500.000 pagaiate a testa!


I quattro pagaiatori professionisti


Si pulisce il gommone


e si monta la tenda




Domenica 31
E' il giorno del rientro. La sveglia è puntata alle ore 7.30 ma siamo svegli ben prima. Dopo una buona colazione (e come promesso, riportati i bicchieri) iniziamo la fase 'impacchettamento'. Alberto sfrutta una corda per creare delle pratiche sacche a spalla, in questo modo le mani sono libere. Tutto è calcolato al centesimo. Nessun sacchetto deve avanzare. Abbiamo 8 braccia a disposizione per trasportare tutti nostri bagagli, gommone compreso. Anzi no, le braccia oggi sono 7, a Kepo viene risparmiato l'affaticamento del braccio lussato la sera precedente. Siamo pronti. Chiamato il taxi, che ci raggiungerà a momenti all'ingresso del campeggio, ci sediamo su una piccola panchina vista mare e silenziosi ammiriamo il panorama. Mai avrei pensato che un estuario mi avrebbe lasciato così tanti ricordi, emozioni e un pò di amarezza. La nostra avventura si sta davvero concludendo. Si torna a casa. Qualche veloce foto ricordo e il taxi è arrivato. Notiamo la faccia sbigottita dell'autista fin da subito, avevamo specificato al telefono la necessità di avere spazio per i bagagli numerosi e lui ci aveva rassicurato, ma non credo si aspettasse un volume di quel tipo! Carichiamo, saliamo a bordo, cinture e via verso la stazione ferroviaria di Chioggia. Ancora non sapevamo che il viaggio in auto si sarebbe rivelato la parte decisamente più pericolosa della nostra avventura. Tra racconti di guerra e detti popolari, arriviamo in stazione, scarichiamo e prendiamo info su orari dei treni. Dovremo aspettare qualche ora prima di riuscire a partire ma tra birre, panini, qualche tiro con Mr Wilson e due foto il tempo passa. Puntiamo a Rovigo dove cambieremo il primo treno. E da Rovigo puntiamo a Verona, secondo cambio. La scritta Brennero sul tabellone ci fa sentire già a casa. Sono le 18.30 e siamo a Rovereto, scendiamo e riceviamo le ovazioni delle parentele che in un decimo di secondo ci riportano al mondo reale. E' il momento dei saluti e non sto qui a descrivere la sensazione del distacco dopo 8 giorni di vita condivisa, 192 ore vissute insieme. Ognuno avrà provato qualcosa di diverso o di simile, credo. Ci si lascia con la promessa di rivedersi a breve per lo scambio di fotografie e una serata al Kepo Hutte. Promessa mantenuta. E si pensa già alla prossima avventura...!
Grazie ragazzi...


Si aspetta il taxi che ci porta alla stazione dei treni di Chioggia.


E' fatta! E adess se torna...


...en Heimat!


E adess l'è zà ora de pensar alla prossima avventura!






Ste pagine l'e' stae cargade volte da visitatori dal 3 de agost 2005